Il Moriglione fa parte dell’ordine degli Anseriformi e della famiglia delle Anatidi.

Ha dimensioni medio-grandi, forme abbastanza tozze, becco lungo circa quanto la testa, ali non lunghe, coda breve e arrotondata.

Il piumaggio del maschio è completo da fine settembre a luglio e si caratterizza per capo e collo di colore castano-rossiccio, dorso e fianchi grigio chiari vermicolati, petto e sottocoda neri; l’abito eclissale è simile a quello della femmina, ma col dorso più chiaro. La femmina è brunastra scura con guance, gola e base del becco più chiare. Ambedue i sessi hanno la banda alare grigiastra, il becco nero con strisce azzurrognola mediana, più opaca nelle femmine, e le zampe grigie.

In volo, visto da sotto, il maschio è riconoscibile per la testa castana, il petto nero, l’addome bianco, il sottocoda nero e le ali bianco-grigiastre; la femmina appare più bruna, senza netti contrasti di colore.

Lunghezza 42-50 cm, peso 700-1100g.

Specie distribuita come nidificante in Europa centro-orientale, isole Britanniche, parte della Penisola Scandinava, Asia centrale. Migratore ed erratico, i quartieri di svernamento interessano soprattutto l’Europa occidentale e l’intero bacino del Mediterraneo, l’Africa a sud del Sahara e l’Asia meridionale. In Italia è presente durante i passi e, in alcune aree nord-orientali, per tutta la stagione invernale da settembre a metà aprile. Frequenta laghi, grandi stagni, bacini, estuari e in genere specchi d’acqua aperti con fondali di media profondità; di rado sosta in mare. Di indole abbastanza socievole, conduce vita gregaria e durante le migrazioni si riunisce in branchi numerosi. Come tutte le anatre tuffatrici si alza in volo con fatica, strisciando obliquamente sulla superficie dell’acqua, ma in quota possiede un volo rapido. Durante i piccoli spostamento i branchetti volano in formazione compatta, mentre sulle lunghe distanze i branchi assumono una formazione a V.

E’ un ottimo nuotatore e quando viene disturbato preferisce allontanarsi a nuoto anziché prendere il volo. Come le altre anatre tuffatrici è abilissima nel nuoto sott’acqua ed è capace di percorrere lunghi tratti in immersione. Sul terreno si posa di rado, sebbene cammini con disinvoltura. Preferisce recarsi in pastura al mattino e alla sera.

Si ciba principalmente di sostanze vegetali (piante acquatiche, semi, erba, ecc.) ma anche di molluschi, crostacei, insetti, vermi, anfibi, piccoli pesci. La stagione riproduttiva inizia in aprile. Il nido viene predisposto in prossimità dell’acqua su un cumulo di steli, giunchi e canne, ben nascosto tra la fitta vegetazione; la femmina vi depone 6-12 uova, che cova per 24-26 giorni. I pulcini, accuditi dalla madre, si rendono indipendente all’età di 7-8 settimane. Depone una volta l’anno.

 


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La Moretta fa parte dell’ordine degli Anseriformi e della famiglia delle Anatidi.

Ha dimensioni medie, becco più corto della testa, ali e coda brevi. Il piumaggio del maschio è completo da novembre a giugno e si caratterizza per le parti superiori nere, fianchi bianchi e ciuffo di penne nero sul capo che formano una piccola cresta pendente verso il dorso; l’abito eclissale è simile a quello della femmina, che ha tinte più brune e ciuffo di penne sul capo più corto.

Il becco è color ardesia con apice nero nel maschio, grigio lavagna nella femmina; in entrambi i sessi le zampe sono grigiastre. In volo sia il maschio che la femmina sembrano neri con addome bianco ed una stretta banda chiara al bordo interno delle ali. Lunghezza 39-47 cm, peso 630-990 g. S

pecie distribuita come nidificante nell’Europa nord-orientale, nelle Isole britanniche, Asia settentrionale. Le diverse popolazioni hanno comportamento migratorio differente, essendo alcune pressoché stanziali ed altre capaci di importanti spostamenti. I quartieri di svernamento comprendono le coste del Mediterraneo, l’Africa a sud del Sahara soprattutto nella regione centro-orientale e l’Asia meridionale. In Italia è di passo in ottobre-novembre e in febbraio-marzo; sosta inoltre per tutto il periodo invernale.

Frequenta specchi d’acqua interni e costieri con folta vegetazione e laghetti all’interno delle città; di rado sosta in mare. Di indole abbastanza confidente, vive gregaria in branchi a volte numerosi. Possiede un volo diritto e rapido simile a quello del Moriglione.

E’ un’ottima nuotatrice e tuffatrice e s’immerge anche a notevoli profondità per ricercare ilo cibo e compie lunghi tatti senza risalire in superficie. Trascorre le ore diurne tra la fitta vegetazione o al centro di ampie distese d’acqua aperte, mentre si reca in pastura di preferenza all’imbrunire e al mattino. Si ciba sia di sostanze vegetali (piante acquatiche, erbe, bacche, ecc.) sia di plancton, insetti e loro larve, crostacei, girini, avannotti, ecc. La stagione riproduttiva inizia a metà maggio.

Su isolotti o sulle rive delle acque interne ricche di vegetazione e canneti viene preparato il nido in una depressione del terreno, ove sono deposte da 6-14 uova. La sola femmina si dedica alla cova per 23-25 giorni ed alla cura della prole, che si rende indipendente all’età di circa sei settimane. Depone una volta l’anno.


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La Cornacchia Grigia fa parte dell’ordine dei Passeriformi e della famiglia dei Corvidi.

Ha dimensioni medio-grandi, becco grosso, massiccio e curvo all’apice, coda mediamente arrotondata, ali piuttosto lunghe e larghe, zampe robuste. In entrambi i sessi il piumaggio è grigio sul dorso del collo, scapolari, dorso, groppone, petto, ventre, sottocoda e ascellari, mentre le restanti parti, compreso il becco e le zampe, sono nere. In volo si distingue dalla Cornacchia Nera per la colorazione grigia, che contrasta nettamente con le parti nere.

Lunghezza 46 cm, peso 430-580 g.

Specie ampiamente distribuita come nidificante dall’Europa all’Asia grosso modo trai fiumi Elba e Jenissey; erratica, individui delle popolazioni settentrionali raggiungono in inverno regioni più meridionali. In Italia è stazionaria e nidificante in tutta la penisola e in Sicilia.

Frequenta zone coltivate purchè disseminate di alberi, siepi e boschetti, pascoli, brughiere, rive di fiumi e laghi, coste marine, regioni disabitate e villaggi. Pur trattandosi di una specie decisamente sociale, vive in coppie o in gruppetti di qualche decina di individui; è comunque più gregaria della Cornacchia Nera. Di indole accorta e sospettosa, si alimenta soprattutto sul terreno.

Possiede un volo diritto a lenti battiti d’ala e in genere non si porta a grandi altezze; di rado veleggia ad ali ferme per guadagnare quota. Si ciba di insetti (soprattutto coleotteri e ortotteri), molluschi, anellidi ed altri invertebrati, anfibi, piccoli uccelli e loro uova, piccoli mammiferi, animali feriti e malati di media e piccola dimensione, carogne, semi (specialmente di cereali germinati), frutta, bacche, ortaggi, qualsiasi resto di origine naturale e di rifiuto di origine umana. Verso la fine dell’inverno, si osserva un rafforzamento del legame tfra i membri della coppia e in marzo inizia la costruzione del nido ad opera soprattutto della femmina.

Il nido è costruito sopra il ramo robusto e biforcuto di un albero ad una quindicina di metri dal suolo o, più di rado, su pareti rocciose o sul terreno. Alla fine di marzo vengono deposte 4-5 uova, che sono convate per 18-20 giorni dalla sola femmina, mentre il maschio provvede a procurarle il cibo. I giovani sono accuditi da entrambi i genitori fino all’età di circa un mese. Depone una volta l’anno.


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Il Fagiano di Monte fa parte dell’ordine dei Galliformi e della famiglia dei Tetraonidi.

Ha dimensioni medio-grandi, forme eleganti e snelle, becco breve un po’ adunco, tarsi corti e piumati fino alle dita, coda a forma di lira nel maschio, leggermente forcuta nella femmina. Il piumaggio del maschio è nero-bluastro lucido, con barra alare e sottocoda bianchi; l’abito eclissale in autunno è di colore brunastro chiazzato.

La femmina ha una livrea di tonalità brunastra con fitte barrature e macchie nere, barra alare e sottocoda bianchi. Entrambi i sessi hanno il sopracciglio rosso, che diviene più evidente nel maschio durante l’epoca degli amori; becco e zampe sono di un colore nero-brunastro. In volo il maschio è inconfondibile per la colorazione scura, il sott’ala e il sottocoda bianchi, la coda leggermente forcuta.

Lunghezza 58-65 cm, peso 750-1560 g.

Specie stanziale distribuita in Europa centrale e settentrionale, Alpi, Asia centrale. In Italia è presente nelle Alpi centro orientali ed orientali, mentre è più raro in quelle centro-occidentali. Frequenta le foreste di conifere con radure ricche di rododendri e mirtilli, zone con bassa vegetazione alternata a dirupi e rocce.

Possiede un volo veloce, sostenuto anche per lunghe distanze e accompagnato da frequenti planate. Sul terreno si muove lentamente ed ama posarsi sugli alberi. In genere poco dopo l’alba e poco prima del tramonto si reca nei luoghi di pastura, mentre il resto della giornata la trascorre celato tra la vegetazione.

Si ciba di sostanze vegetali (germogli, foglie, bacche, frutti selvatici) e, in primavera, anche di insetti e loro larve. E’ poligamo. Verso la fine di aprile i maschi si riuniscono in gruppi in particolari radure, le

Dopo gli accoppiamenti le femmine preparano il nido scavando una buca nel terreno al riparo della vegetazione o di rocce e covano le 6-10 uova deposte per 24-26 giorni. I pulcini, sebbene in grado di abbandonare il nido poco dopo la nascita, iniziano a compiere sicuri voli piuttosto tardi ed il gruppo familiare rimane unito fino all’autunno. Depone una volta l’anno.


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Il Gallo Cedrone è il Tetraonide di maggiori dimensioni: i maschi pesano fino a 4-5kg mentre le femmine solo la metà.

I due sessi sono diversi anche per la colorazione: il maschio è nerastro con collo blu-verde lucente, ciuffo di piume pendente dal manto a forma di barba, ali brune e coda nera con macchie bianche, una macchia bianca anche sull’ala, caruncole rosse.

La femmina è bruno-mimetica con abbondanti segni bianchi e neri, petto caratteristicamente bruno-ruggine. Il Gallo Cedrone è presente in Scandinavia ed in Scozia, nelle Alpi, nei Pirenei e nei Carpazi. Perlopiù è scomparso nelle montagne interne della Germania, Francia e dell’Europa orientale, quale conseguenza della silvicoltura moderna.

L’habitat del Gallo Cedrone è costituito dalle grandi foreste di conifere con vecchi alberi, radure e molti arbusti bacciferi, soprattutto mirtillo nero e rosso. Questi boschi non sono molto produttivi da un punto di vista silvicolturale.

La specie evita le formazioni forestali chiuse, fitte ed uniformi perché questi uccelli, pesanti ed impacciati, non vi possono volare in linea retta. Le maggiori densità di popolamento si riscontrano nelle foreste tipo “taiga”, della Scandinavia. Le parate nuziali del Gallo Cedrone iniziano già nel tardo inverno e raggiungono l’apice in maggio. Il maschio comincia i suoi richiami ancor prima dell’alba, dall’albero dove ha trascorso la notte e scende quindi nell’arena non appena fa chiaro.

Il suo canto consiste di quattro strofe: il gocciolio, il trillo, lo schiocco e l’arrotondamento. Nell’emettere l’ultima strofa, diviene sordo perché il canale auricolare si chiude. Ogni gallo difende la sua area e si accoppia con il maggior numero di galline possibile. La gallina depone a maggio 5-12 uova e cova per 26-28 giorni. I pulcini lasciano il nido immediatamente e dopo 10 giorni possono volare per brevi tratti. All’età di 6-7 settimane si possono distinguere i due sessi. A settembre si scioglie la nidiata. Nelle prime tre settimane di vita i pulcini si nutrono di insetti, soprattutto formiche, loro larve e pupe. In seguito passano ad un’alimentazione vegetale.

In autunno si nutrono preferibilmente di bacche. Finché c’è neve la base alimentare principale sono gli ahi di pino, meno volentieri quelli di abete rosso. In primavera si alimentano di gemme di latifoglie ed in estate anche di erba e foglie.


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