Quali Sono le Origini del Cucchiaio in Cucina
Se sussistono sempre dubbi su chi sia nato prima, se l’uovo o la gallina, altrettante incertezze sussistono su chi sia nato prima, se la zuppa o il cucchiaio. All’epoca in cui quella nostra antenata che viveva ancora nelle caverne e che per prima mise a cuocere i semi raccolti nell’acqua per ammorbidirli, preparando in questo modo la prima zuppa, dovette aver avuto qualcuno che si era ingegnato ad inventare una sorta di tegame.
Ma contestualmente dovette sorgere il problema di come consumare questa zuppa. Fonti storiche ed iconografiche, se ci assistono sui contenitori, non lo fanno per quanto riguarda il cucchiaio. Quel che comunque a noi importa è che lo troviamo già in forma evoluta ai tempi della Roma repubblicana. Piccoli, dal formato molto rustico, ma che assomigliano già ai nostri cucchiai moderni. Poi certamente, con l’evolversi della civiltà, anche i loro cucchiai si fecero più eleganti e si specializzarono nell’uso: di peltro, d’argento o d’oro, ce ne erano persino di quelli dal manico che terminava a punta e da una piccola paletta concava: con la punta si scalzava l’ostrica o il mollusco dalla sua valva e con il cucchiaino lo si prendeva per portarlo alla bocca.
Dal Medioevo in poi il formato andò specializzandosi ed impreziosendosi, soprattutto nel manico: relativi a quel periodo, ad esempio, si sono trovati cucchiai che avevano immanicatura a forma di Santi e di Madonne. In tempi bui, quando non era facile per molti mettere insieme il pranzo con la cena, era bene che, anche chi poteva, nel mettere in bocca una cucchiaiata di minestra, si ricordasse di ringraziare il Padreterno. Poi con il Rinascimento, la religione scomparve dai manici dei cucchiai e passò nelle mani degli orafi e degli argentieri e a partire dal Barocco fu tutto un inondare la posateria di pietre dure e preziose, smalti e nielli, fino ad arrivare ai nostri semplici e pratici cucchiai odierni in acciaio. Oggi, soprattutto, si sono specializzate le funzioni e così, già nel servizio d’argento della nonna, compaiono i cucchiai da minestra, quelli da dessert, i cucchiaini per il dolce, quelli leggermente più grandi per il the, quelli più piccoli per il caffè e quelli con la palettina adatta a raccogliere il gelato. Poi ci sono i cucchiaioni da servizio: quello più grande serve per il risotto, leggermente più piccolo e di forma diversa è riservato a differenti usi per servire le portate e non possiamo sapere se prima o poi qualche fantasioso produttore si inventerà un altro tipo di cucchiaio.
Sull’uso dei cucchiai è presto detto: quelli da tavola, si sistemano sulla destra del piatto, accanto al coltello e vengono accostati alla bocca dalla parte laterale e non dalla punta. I più grandi, da servizio, si sistemeranno in attesa di essere usati sull’apposito piano di servizio accanto alle altre posate. Quel che è divertente notare è che quando un attrezzo ha raggiunto il suo formato ottimale per l’uso cui è destinato, la sua foggia, nel tempo anche lontanissimo, non è mai cambiata. Se avessimo potuto invitare alla nostra tavola un antenato cavernicolo, magari il cucchiaio lo impugnerebbe non come facciamo noi, ma sicuramente saprebbe come servirsene; resta il dubbio sul gradimento della vostra pur ottima minestra, ma questo è un altro argomento.
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Elisa Marelli è un'appassionata di casa, lavori domestici, fai-da-te e natura. Elisa si dedica a sviscerare ogni aspetto di questi argomenti, fornendo guide dettagliate e approfondimenti chiari e pratici.