Un aspirapolvere che si accende ma non aspira rappresenta un fastidio comune in molte case, soprattutto quando si è alle prese con pavimenti sporchi, peli di animali o polvere accumulata. Spesso il semplice fatto di sentire il motore in funzione fa pensare che tutto stia andando per il verso giusto, ma poi ci si rende conto che la potenza di aspirazione è quasi inesistente. In questa guida esploreremo, attraverso una serie di sezioni dedicate, i passaggi da seguire per individuare il problema e intervenire in autonomia, prima di ricorrere all’assistenza tecnica o alla sostituzione dell’apparecchio.
Comprendere il funzionamento di base
Per capire dove cercare il malfunzionamento, è utile ripercorrere il principio di funzionamento di un aspirapolvere: il motore elettrico aziona una ventola che genera un flusso d’aria all’interno del corpo macchina, aspirando aria e polveri nel contenitore o nel sacchetto. Se uno solo di questi elementi – motore, ventola, percorso dell’aria – risulta compromesso, la portata di aspirazione diminuisce drasticamente. Inoltre, molti modelli moderni montano regolatori di potenza o valvole di controllo del flusso, elementi che, se bloccati o difettosi, possono limitare l’aspirazione anche a motore acceso.
Verificare lo stato del contenitore o del sacchetto
Il primo intervento da fare, anche se scontato, è controllare che il contenitore raccoglipolvere non sia pieno o che il sacchetto non abbia raggiunto il limite di capacità. Quando il materiale aspiratogiunto al livello di riempimento massimo, la pressione interna sale e il flusso d’aria tende a trovare vie di fuga o a ridursi drasticamente. In alcuni modelli, il sacchetto pieno può spingere la polvere verso il filtro, ostruendolo, e facendo percepire una perdita di aspirazione. Liberare il cestello o sostituire il sacchetto permette spesso di recuperare immediatamente buona parte della forza aspirante.
Controllare filtri e ciclone
Oltre al contenitore, i filtri rappresentano uno dei punti di maggior rallentamento per l’aria. La presenza di un filtro HEPA, di uno pre‐motore e di uno post‐motore è sempre più diffusa: se anche solo uno di questi è ostruito da polvere fine, lanuggine o residui di peli, l’aspirazione risulta compromessa. Smontare i filtri secondo le istruzioni del manuale, lavarli o sostituirli se usa e getta e lasciare asciugare completamente quelli lavabili è un passaggio imprescindibile. Nel caso di aspirapolvere a ciclone, controllare anche la parte interna del corpo ciclone, eliminando eventuali tappini di polvere che riducono lo spazio disponibile per il movimento dell’aria.
Esaminare tubi, bocchette e accessori
Successivamente è il momento di verificare il percorso dell’aria esternamente al corpo macchina. Spesso polvere, briciole, piccoli oggetti o peli possono accumularsi nel tubo flessibile, nella lancia o nelle bocchette speciali. Staccando ogni parte e ispezionandola alla luce, si può notare un’ostruzione: basta scuotere delicatamente, usare un filo rigido (mai metallico, per non forare) o sciacquare sotto acqua corrente per ripristinare la pervietà. In caso di tubi non rimovibili, soffiare dall’estremità opposta o utilizzare aria compressa a bassa pressione può aiutare a liberare i passaggi.
Controllo della spazzola rotante e dei rulli
Gli aspirapolvere dotati di spazzola rotante per tappeti e moquette possono perdere aspirazione se il rullo è bloccato. Capelli, fili o strisce di tessuto possono avvolgersi attorno al rullo, impedendone il libero movimento. Spegnere l’apparecchio, capovolgerlo con cura, sbloccare la copertura della spazzola e rimuovere i residui con forbici o taglierino, facendo attenzione a non danneggiare le setole. Una spazzola libera di ruotare permette di sollevare lo sporco in profondità e indirizzarlo verso il condotto d’aspirazione, ripristinando la corretta funzione.
Escludere problemi elettrici o di motore
Se tutti i passaggi precedenti non ridanno energia all’aspirazione, è possibile che il problema abbia origine nel motore o nel circuito elettrico. Un motore usurato o surriscaldato può far girare la ventola a regime, ma con una pressione troppo bassa per aspirare. Interrompere immediatamente l’uso prolungato se percepisci odore di “bruciato” o fumo, per evitare danni permanenti. In questo caso, rivolgiti a un centro assistenza autorizzato: il tecnico potrà misurare il voltaggio in ingresso, la continuità del circuito e la resistenza del motore, sostituendo eventuali componenti danneggiati come il collettore o le spazzole di carbone.
Verificare le valvole di regolazione dell’aria
Alcuni modelli sono dotati di levette o manopole che aprono e chiudono una valvola di aspirazione per modulare la potenza e adattarsi a pavimenti duri o morbidi. Se la valvola è bloccata in posizione parzialmente chiusa, o se il meccanismo interno è guasto, l’aspirazione resta debole anche se il motore gira al massimo. Usare il manuale per individuare la valvola, smontarla con attenzione, pulire i meccanismi e lubrificarli leggermente, in modo che tornino a muoversi fluidamente.
Modalità d’uso corrette
L’aspirazione può sembrare insufficiente semplicemente perché si sta utilizzando la modalità o l’accessorio sbagliato. Su tappeti ad alto pelo, ad esempio, serve potenza massima; su pavimenti delicati, un’impostazione più bassa evita di sollevare eccessivamente polvere o detriti finemente incastrati. Assicurati di selezionare l’impostazione adeguata per il tipo di superficie, e di mantenere una velocità di scorrimento regolare: passare troppo velocemente non consente all’aspirazione di agire in profondità, mentre sostare troppo a lungo in un punto può surriscaldare il motore senza aspirare meglio.
Manutenzione preventiva e periodica
Per evitare che l’aspirazione diminuisca nel tempo, è consigliabile programmare una manutenzione preventiva. Ogni mese controllo rapido di sacco e filtri, ogni tre mesi pulizia approfondita dei tubi e ogni sei mesi ispezione della spazzola rotante e delle guarnizioni. Un piccolo investimento di tempo regolare permette di allungare la vita dell’elettrodomestico, ridurre i consumi energetici e mantenere sempre alta la qualità dell’aria in casa, evitando il rilascio di polveri sottili durante l’uso.
Quando rivolgersi all’assistenza tecnica
Solo dopo aver esaurito tutti i controlli domestici, senza risolvere il problema, conviene pensare all’assistenza autorizzata. Un tecnico professionista potrà aprire il motore, sostituire le spazzole di carbone consumate, verificare la tenuta delle guarnizioni interne e controllare la lubrificazione dei cuscinetti. In garanzia, spesso l’intervento tecnico è gratuito; al di fuori, è bene richiedere un preventivo scritto, valutando se il costo della riparazione sia inferiore al valore di un nuovo aspirapolvere.
Conclusioni
Affrontare un aspirapolvere che si accende ma non aspira richiede un metodo sistematico: liberare il contenitore, pulire filtri e tubi, controllare spazzole e regolazioni, infine valutare eventuali guasti elettrici o meccanici. Agire con regolarità sulla manutenzione preventiva mantiene l’elettrodomestico efficiente più a lungo, riducendo interventi drastici. Seguendo passo passo i consigli illustrati in questa guida, è possibile spesso risolvere il problema in autonomia, risparmiando tempo e denaro, e ritrovando il piacere di pavimenti perfettamente puliti con un’aspirazione sempre potente.
L’ammendante organico rappresenta un elemento chiave nell’agricoltura sostenibile e nella cura del suolo. Il suo corretto impiego può portare a miglioramenti significativi nella fertilità del terreno, nella salute delle piante e nella produttività complessiva. Questa guida approfondita mira a fornire una comprensione dettagliata di come utilizzare efficacemente l’ammendante organico, esplorando le sue varie tipologie, i benefici che apporta e le modalità ottimali di applicazione.
Per iniziare, è fondamentale comprendere cosa sia esattamente un ammendante organico. Si tratta di materiali di origine naturale che, aggiunti al suolo, ne migliorano le proprietà fisiche, chimiche e biologiche. A differenza dei fertilizzanti, che forniscono nutrienti specifici direttamente alle piante, gli ammendanti organici agiscono principalmente sul suolo stesso, arricchendolo di sostanza organica e migliorandone la struttura. Questo crea un ambiente più favorevole per lo sviluppo delle radici e per l’attività dei microrganismi benefici.
Tra le diverse tipologie di ammendanti organici, il compost è uno dei più utilizzati. Derivato dalla decomposizione controllata di materiali organici come scarti di cucina, foglie e residui di potatura, il compost maturo si presenta come un materiale scuro, friabile e dall’odore di terra. Esso apporta sostanza organica stabile al suolo, migliorandone la struttura e la capacità di trattenere acqua e nutrienti.
Il letame maturo è un altro ammendante prezioso. Proveniente dagli escrementi degli animali da allevamento, spesso miscelato con lettiere vegetali, il letame deve essere ben stagionato prima dell’utilizzo per evitare problemi legati alla presenza di ammoniaca o agenti patogeni. Una volta maturo, arricchisce il suolo di nutrienti essenziali come azoto, fosforo e potassio, favorendo una crescita vigorosa delle piante.
La torba, sebbene ampiamente utilizzata, richiede attenzione a causa delle implicazioni ambientali legate alla sua estrazione. Essa migliora la struttura del suolo e aumenta la capacità di ritenzione idrica, ma è povera di nutrienti e tende ad acidificare il terreno. È quindi importante utilizzarla con moderazione e preferire alternative sostenibili quando possibile.
I concimi verdi rappresentano un approccio innovativo all’ammendamento organico. Consistono nella semina di colture specifiche, come leguminose o graminacee, che vengono poi interrate nel suolo. Questo processo arricchisce il terreno di sostanza organica fresca e, nel caso delle leguminose, di azoto fissato dall’atmosfera, migliorando la fertilità senza l’aggiunta di fertilizzanti chimici.
Il beneficio principale dell’utilizzo di ammendanti organici risiede nel miglioramento della struttura del suolo. Un terreno ben strutturato favorisce l’infiltrazione dell’acqua, riduce il rischio di erosione e facilita l’espansione delle radici. Inoltre, l’aumento della sostanza organica incrementa la capacità del suolo di trattenere nutrienti e umidità, creando un ambiente più stabile per le piante.
L’attività microbica benefica è un altro aspetto cruciale. Gli ammendanti organici stimolano la proliferazione di microrganismi che svolgono ruoli fondamentali nella decomposizione della materia organica e nella disponibilità dei nutrienti per le piante. Una comunità microbica attiva contribuisce anche alla formazione di aggregati del suolo, migliorandone ulteriormente la struttura.
Per utilizzare efficacemente gli ammendanti organici, è essenziale valutare le caratteristiche del suolo. Un’analisi dettagliata del terreno permette di comprendere il pH, la tessitura e il contenuto di nutrienti, guidando la scelta dell’ammendante più adatto e determinando le quantità da applicare. Ad esempio, un suolo sabbioso trarrà grande beneficio dall’aggiunta di compost o letame maturo, che ne aumenteranno la capacità di trattenere acqua e nutrienti.
La preparazione dell’ammendante è un passaggio critico. Il compost deve essere completamente maturo, evitando l’uso di materiale non decomposto che potrebbe danneggiare le piante. Il letame fresco, ricco di ammoniaca, deve essere stagionato per almeno sei mesi per ridurre i rischi di bruciature alle radici e contaminazione da patogeni. Assicurarsi che l’ammendante sia di qualità elevata garantisce risultati ottimali.
L’applicazione dell’ammendante organico dovrebbe avvenire preferibilmente in autunno o in primavera. In autunno, il materiale ha il tempo di integrarsi nel suolo durante l’inverno, migliorando la struttura in vista della stagione di crescita successiva. In primavera, l’ammendante prepara il terreno per le nuove semine. La distribuzione uniforme sulla superficie e l’incorporazione nel suolo mediante lavorazione meccanica o manuale assicurano che l’ammendante sia disponibile nelle zone in cui le radici delle piante si svilupperanno.
È importante dosare correttamente la quantità di ammendante applicato. Un eccesso può causare problemi come l’accumulo di sali o squilibri nutrizionali. Consultare le linee guida specifiche per il tipo di ammendante e per le colture interessate aiuta a evitare errori. Inoltre, considerare il pH del suolo è fondamentale, poiché alcuni ammendanti possono alterarlo, influenzando la disponibilità di nutrienti per le piante.
Nel caso dei concimi verdi, la scelta delle piante da utilizzare dipende dagli obiettivi specifici. Le leguminose sono ideali per arricchire il suolo di azoto, mentre le graminacee producono grandi quantità di biomassa che migliorano la struttura del suolo. Il momento dell’interramento è cruciale: le piante devono essere incorporate nel terreno prima della fioritura per massimizzare i benefici.
Adottare buone pratiche agronomiche amplifica gli effetti positivi degli ammendanti organici. La rotazione delle colture, ad esempio, aiuta a prevenire l’accumulo di patogeni e a mantenere l’equilibrio dei nutrienti nel suolo. Evitare la compattazione del terreno, lavorandolo solo quando non è troppo bagnato, preserva la struttura del suolo e favorisce l’aerazione.
Monitorare costantemente lo stato del suolo e delle piante permette di valutare l’efficacia dell’ammendante utilizzato. Osservare segni di carenze o eccessi nutrizionali e effettuare analisi periodiche del terreno aiuta a regolare le pratiche di ammendamento e fertilizzazione. Questo approccio proattivo assicura che le piante ricevano i nutrienti necessari per una crescita sana.
L’utilizzo di ammendanti organici ha benefici a lungo termine significativi. Nel tempo, il suolo diventa più fertile e resiliente, richiedendo meno interventi correttivi. Le piante crescono più forti e sono meno suscettibili a malattie e stress ambientali. Inoltre, l’aumento della sostanza organica contribuisce al sequestro del carbonio nel suolo, mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici.
In termini di sostenibilità ambientale, gli ammendanti organici riducono la dipendenza da fertilizzanti chimici, limitando l’impatto negativo sull’ecosistema. Favoriscono la biodiversità del suolo, creando un ambiente equilibrato in cui microrganismi, piante e animali interagiscono positivamente. Questo approccio sostenibile all’agricoltura e al giardinaggio supporta la salute dell’ambiente e delle comunità locali.
Essere in un mondo digitale significa che spesso dipendiamo molto dal nostro accesso a Internet, e avere una connessione Wi-Fi non costante può essere frustrante. È una sfida che ho affrontato in prima persona, quindi so quanto possa essere irritante quando stai cercando di guardare un film, lavorare o giocare online e la tua connessione internet continua a interrompersi. In questa guida, ti guiderò attraverso i possibili motivi per cui potresti riscontrare un segnale Wi-Fi non costante e suggerirò alcuni passaggi che potrebbero aiutarti a risolvere il problema.
Possibili motivi per cui il segnale del router WiFi non è costante in casa
Ci sono molti fattori che possono influenzare la costanza del segnale Wi-Fi in casa tua. Alcuni dei più comuni includono i seguenti.
Distanza dal router: Il Wi-Fi funziona tramite onde radio che diminuiscono in forza man mano che si allontanano dal router. Se il dispositivo che stai usando è molto lontano dal router, potresti riscontrare un segnale Wi-Fi più debole o instabile.
Ostacoli fisici: Muri, soffitti, mobili e altri oggetti fisici possono ostacolare il segnale Wi-Fi, riducendo la sua forza o rendendolo meno costante.
Interferenze da altri dispositivi elettronici: Altri dispositivi elettronici, come telefoni cordless, microonde o altre reti Wi-Fi nelle vicinanze, possono interferire con il tuo segnale Wi-Fi e causare una connessione instabile.
Sovraccarico di rete: Se hai molti dispositivi collegati alla tua rete Wi-Fi, o se stai cercando di scaricare o caricare un sacco di dati in una volta, la tua rete potrebbe diventare sovraccarica, causando un segnale Wi-Fi non costante.
Problemi con il provider di servizi Internet: A volte, il problema potrebbe non essere con il tuo Wi-Fi ma con la tua connessione Internet in generale. Se il tuo provider di servizi Internet sta avendo problemi, potresti riscontrare un segnale Wi-Fi instabile.
Come risolvere il problema del segnale non costante del router WiFi
Un segnale Wi-Fi non costante può ostacolare la tua capacità di lavorare, studiare, giocare o semplicemente navigare su Internet. La buona notizia è che ci sono numerose soluzioni pratiche che possono aiutare a stabilizzare la tua connessione Wi-Fi. Ecco una panoramica più dettagliata su come affrontare questa sfida.
Riposiziona il router: La posizione del router in casa tua può influenzare notevolmente la qualità del segnale Wi-Fi. Un posto ideale per il tuo router sarebbe un luogo elevato e centralizzato in casa, lontano da muri spessi o metalli che possono bloccare il segnale. Puoi sperimentare con diverse posizioni per vedere quale offre il segnale più forte e più costante.
Riduci le interferenze: Molti dispositivi domestici comuni, come i forni a microonde, i telefoni cordless, e persino i tuoi vicini con i loro router Wi-Fi, possono interferire con il tuo segnale. Prova a distanziare il tuo router da questi dispositivi potenzialmente interferenti. Puoi anche cercare di cambiare il canale del tuo router attraverso le impostazioni del suo software, poiché alcuni canali potrebbero avere meno interferenze di altri.
Aggiorna il tuo router: Se il tuo router è vecchio, potrebbe non essere in grado di supportare gli standard Wi-Fi più recenti, che offrono velocità più elevate e una migliore copertura del segnale. Considera la possibilità di aggiornare a un router più recente che supporta standard come Wi-Fi 5 (802.11ac) o Wi-Fi 6 (802.11ax).
Utilizza un estensore di segnale Wi-Fi o una rete mesh: Se la tua casa è particolarmente grande o ha molte pareti spesse, un singolo router potrebbe non essere in grado di coprire l’intera area. Un ripetitore WiFi può aiutare a “estendere” il segnale in queste zone, mentre una rete mesh utilizza più nodi di rete per creare una copertura Wi-Fi più uniforme in tutta la tua casa.
Controlla la velocità della tua connessione Internet: A volte, il problema potrebbe non essere il tuo Wi-Fi, ma la tua connessione Internet stessa. Puoi utilizzare uno strumento online per testare la velocità della tua connessione Internet e vedere se corrisponde a quello che il tuo provider di Internet promette. Se la velocità è molto più bassa di quanto dovrebbe essere, potrebbe essere il momento di chiamare il tuo provider e chiedere assistenza.
Aggiorna il firmware del router: Il produttore del tuo router rilascia regolarmente aggiornamenti del firmware che possono migliorare le prestazioni e la sicurezza del tuo router. Assicurati che il tuo router sia aggiornato all’ultimo firmware disponibile.
Ricorda, la stabilità della tua connessione Wi-Fi può dipendere da una varietà di fattori, e potrebbe essere necessario un po’ di sperimentazione per trovare la soluzione migliore per la tua situazione specifica.
Conclusioni
Risolvere un problema di segnale Wi-Fi non costante può richiedere un po’ di tempo e sperimentazione, ma con un po’ di pazienza è molto probabile che tu possa migliorare la tua connessione Wi-Fi.
Ricordo quando ho affrontato questo problema per la prima volta. Vivevo in una vecchia casa con muri molto spessi che sembravano bloccare il segnale Wi-Fi. Dopo molte ricerche e diversi tentativi ed errori, ho scoperto che potevo migliorare significativamente il mio segnale Wi-Fi semplicemente spostando il router in una posizione più aperta e centrale. Inoltre, l’aggiunta di un estensore di segnale ha migliorato notevolmente la copertura nelle zone più remote della casa.
Spero che questa guida ti sia d’aiuto nel risolvere il tuo problema di segnale Wi-Fi non costante. Ricorda, ogni situazione è unica, quindi potrebbe essere necessario provare diverse soluzioni prima di trovare quella che funziona per te.
Arriva l’estate e con essa il gran caldo, per chi resta in città è d’obbligo non farsi cogliere impreparato e procedere con il controllo dei condizionatori.
Come capire se il gas di un condizionatore è finito
Un condizionatore d’aria ha bisogno del refrigerante per funzionare correttamente. Se il refrigerante si esaurisce o si perde, noterai alcuni segni distintivi. Ecco come capire se il gas del condizionatore è finito:
Meno Raffreddamento: Questo è il segno più comune che il gas del condizionatore potrebbe essere esaurito. Se noti che l’aria che esce dal condizionatore non è più fredda come prima o non è fredda affatto, potrebbe essere perché il refrigerante è esaurito.
Cicli Lunghi: Se il condizionatore impiega molto tempo per raffreddare la stanza o sembra funzionare continuamente, potrebbe essere dovuto a una mancanza di refrigerante.
Formazione di Ghiaccio: Un altro segno è la formazione di ghiaccio o brina sulle unità esterne del condizionatore. Questo può accadere perché il basso livello di refrigerante provoca un calo di temperatura, facendo congelare l’umidità presente nell’aria.
Aumento del Conto dell’Elettricità: Se il tuo conto dell’elettricità sembra essere più alto del normale senza un aumento apparente dell’uso, potrebbe essere perché il tuo condizionatore sta lavorando più duramente per raffreddare la tua casa a causa della mancanza di refrigerante.
Rumori Strani: Se senti rumori strani provenire dall’unità del condizionatore, come gorgoglii o sibili, potrebbe essere un segno di una perdita di refrigerante.
Se noti uno o più di questi segni, dovresti contattare un tecnico di condizionatori professionale per controllare il sistema. Se il refrigerante è effettivamente esaurito, il tecnico potrà ricaricare il sistema. Inoltre, se c’è una perdita, il tecnico dovrebbe essere in grado di trovare e riparare la perdita prima di ricaricare il sistema. Ricorda, è importante che un professionista gestisca il refrigerante del condizionatore d’aria, poiché può essere pericoloso se non gestito correttamente.
Come ricaricare il gas
Se volete risparmiare e non rivolgervi ad un servizio esterno specializzato potete acquistare in commercio i prodotti di facile utilizzo che vi permettono di ricaricare il gas del vostro condizionatore.
I prodotti sono costituiti da una bomboletta di gas, da un manometro e da una frusta Sae collegata al rubinetto; per effettuare la ricarica basta collegare all’unità esterna il tubo flessibile procedere con la ricarica tenendo d’occhio le fasce colorate sulla scala del manometro. Grazie al manometro potete vedere quando il condizionatore e carico e interrompere l’erogazione di gas refrigerante.
La ricarica va fatta con attenzione e calma per evitare di far entrare dell’aria nell’impianto o di sovraccaricarlo.
Se il condizionatore ha delle perdite prima di procedere con la ricarica è necessario aggiustarlo, il gas infatti continuerebbe a fuoriuscire e in breve tempo il condizionatore tornerebbe a non funzionare. Il gas del condizionatore non si consuma se vi capita di doverlo ricaricare spesso molto probabilmente c’è qualche micro foro che deve essere riparato, in questo caso meglio rivolgersi ad una ditta specializzata.
Ricordate inoltre che per il corretto funzionamento del condizionatore occorre periodicamente effettuare una pulizia o la sostituzione dei filtri, i filtri vanno puliti un paio di volte al mese durante i mesi estivi di maggior utilizzo con acqua e sapone neutro. La cura periodica garantisce risparmi in termini energetici e una buona qualità dell’aria che fuoriesce dall’impianto.
L’agave è una pianta grassa che appartiene alla famiglia delle Agavaceae, ha origini tropicali e subtropicali ed è ampiamente diffusa nelle zone mediterranee.
Risulta essere una pianta molto bella che si presenta con foglie carnose a rosetta che variano dal verde-azzurro al verde-grigio, a seconda della provenienza. L’agave si può tenere sia all’esterno che all’interno ed è molto semplice da coltivare.
I Bisogni dell’Agave
L’agave necessita di tanta luce e di poca acqua, essendo una pianta che in natura cresce nel deserto; è una pianta che cresce lentamente e che tende a raggiungere dimensioni notevoli, ma proprio per la sua crescita lenta si può tenere tranquillamente in casa per anni. Le foglie dell’agave sono spinose e urticanti: meglio fare attenzione quando ci si avvicina a questa pianta e disporla lontano da bambini e cuccioli.
L’Acquisto dell’Agave
Il primo consiglio da seguire? Meglio prendere una piantina in un vivaio piuttosto che provare a piantarla autonomamente, soprattutto se si è principianti del “verde”. Se si acquista una piantina piccola in un vasetto di plastica bisognerà poi trapiantarla in un vaso più grande, in un secondo tempo. Prima di trapiantarla è bene farla crescere un po’, innaffiandola una volta alla settimana, e lasciare che le sue radici si irrobustiscano.
Trapiantare l’Agave
L’agave non ama essere disturbata, quindi è bene scegliere un vaso abbastanza grande fin da subito in modo da lasciarla crescere senza traumi e trapianti multipli. La pianta non va messa troppo in profondità nel terreno: basterà assicurarsi che le radici siano ben coperte e ben salde nel terreno, poi sarà opportuno lasciare l’agave da sola.
Il terreno migliore per l’agave è un terriccio apposito per piante grasse che si può acquistare nei vivai e nei centri agricoli. Dopo il trapianto si potrà passare ad innaffiarla un paio di volte al mese, controllando lo stato della terra nel vaso.
La Cura dell’Agave
La posizione ideale per l’agave casalinga è nei pressi di una finestra o di un balcone dove può beneficiare della luce diretta del sole; l’agave va bagnata poco, di solito quando la terra inizia a seccarsi — ma non quando è completamente secca. In primavera l’agave cresce più velocemente e va bagnata con più regolarità, usando acqua tiepida. In autunno e inverno, invece, la crescita è sospesa e quindi l’agave necessita di pochissima acqua.
Se fa molto freddo può essere utile coprire l’agave con un panno di lana; mai lasciare la pianta esposta a temperature che vadano sotto lo zero. In estate si può tranquillamente mettere l’agave in balcone o sul davanzale, dove può prendere tutto il sole che desidera.