Le paste polimeriche senza cottura, spesso chiamate anche “air-dry clay” o “cold porcelain”, si distinguono dalle classiche paste polimeriche tradizionali per la capacità di indurirsi semplicemente all’aria, senza necessitare del passaggio in forno. Questo tipo di materiale è apprezzato per la sua facilità d’impiego, per la delicatezza con cui si lavora e per la resa finale simile alla ceramica o alla porcellana. Disponibile in varie formulazioni commerciali e anche realizzabile in casa con farina di mais, colla vinilica e glicerina, la pasta ad asciugatura all’aria richiede tuttavia alcune attenzioni particolari per conservarne morbidezza e plasticità fino al momento dell’utilizzo. In questa guida ci concentreremo unicamente su queste paste, esplorando come mantenerle perfettamente fresche, lavorabili e prive di screpolature prima della loro naturale essiccazione.

Caratteristiche delle paste senza cottura

Le paste polimeriche senza cottura contengono componenti naturali e sintetici studiati per garantire una lenta evaporazione dell’acqua o dei solventi plastificanti, fino al completo indurimento ottenuto per essiccazione. A seconda della marca, la consistenza può variare da molto liscia e malleabile a leggermente più densa e compatta, ma in tutti i casi la caratteristica comune è la sensibile perdita di plasticità quando il materiale rimane esposto all’aria. Le formulazioni più pregiate incorporano oli e resine che rallentano l’essiccazione, mentre le versioni economiche a base di gesso o di amido tendono a seccare più in fretta. Comprendere questa differenza è fondamentale per scegliere la pasta più adatta alle proprie esigenze e predisporre metodi di conservazione adeguati.

Scelta del contenitore ideale

Per preservare le paste all’aria è cruciale utilizzare recipienti capaci di isolare completamente il materiale dall’ossidazione e dalla polvere. Contenitori dotati di chiusura ermetica, come piccoli barattoli di plastica alimentare o vasetti in vetro con guarnizione in silicone, rappresentano la soluzione ottimale. In alternativa, bustine in polietilene ad alta densità con chiusura a pressione possono svolgere egregiamente il compito, purché ogni busta venga sigillata con cura fino a rimuovere tutta l’aria in eccesso. Riporre i contenitori in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore, completa il set di accorgimenti per garantire che la pasta rimanga lavorabile a lungo.

Condizioni ambientali ottimali

La temperatura e l’umidità relativa dell’ambiente in cui si conserva la pasta ad asciugatura all’aria influiscono in modo determinante sulla durata della sua lavorabilità. Una temperatura compresa tra i diciotto e i ventidue gradi Celsius e un’umidità intorno al cinquanta-sessanta per cento costituiscono il compromesso migliore: un clima più caldo o troppo secco accelera l’evaporazione dell’acqua, mentre un eccesso di umidità potrebbe favorire la formazione di muffe o il rigonfiamento del materiale. Evitare quindi di riporre i contenitori in prossimità di caloriferi, condizionatori o finestre esposte direttamente al sole, e preferire scaffali interni o armadi chiusi, dove le condizioni restano più stabili.

Tecniche di protezione dalla luce e dalla polvere

Le paste ad asciugatura all’aria sono sensibili anche a piccole particelle di polvere e alla radiazione ultravioletta, che possono modificare leggermente la cromia e creare microcroste sulla superficie. Per questo motivo, è utile avvolgere il contenitore di pasta in un panno di cotone pulito o in un sacchetto di stoffa, in modo da schermare la luce e bloccare eventuali polveri sottili. Nei casi in cui si disponga di una scatola opaca, conviene inserire al suo interno sia il contenitore principale sia eventuali bussolotti più piccoli dedicati a frammenti di pasta, ottenendo una doppia protezione e riducendo la necessità di apertura frequente.

Ripristino della plasticità con umidificazione controllata

Se, nonostante le precauzioni, la pasta ad asciugatura all’aria dovesse mostrare i primi segni di indurimento, è possibile ripristinarne la morbidezza con un intervento mirato. Basta preparare un piccolo spruzzino con acqua distillata, nebulizzando lieve rugiada sulla superficie interna del contenitore prima di richiuderlo. In alternativa, porre sul fondo del barattolo un piccolo pezzo di carta assorbente leggermente inumidito offre un rilascio graduale di vapore acqueo senza bagnare direttamente la pasta. Trascorse poche ore, la plasticità tornerà simile a quella iniziale, permettendo di riprendere il lavoro senza rischiare l’insorgere di crepe o di superfici rugose.

Conservazione dei frammenti in lavorazione

Quando si lasciano in sospeso piccole parti di creazioni in corso, come elementi di un gioiello o dettagli decorativi, è preferibile inserirli in contenitori separati dal corpo principale della pasta. Si può ricorrere a mini-bustine sigillabili o a piccoli vasetti singoli, avvolgendo ogni singolo pezzo in un velo di carta cerata o di pellicola alimentare prima di riporlo. In questo modo si evita il rischio di deformazione accidentale e si impedisce che i frammenti entrino in contatto tra loro, preservando intatti i dettagli più fini fino al momento della ripresa del lavoro.

Rotazione periodica e controllo di stato

Per chi conserva ingenti quantità di pasta ad asciugatura all’aria, un buon metodo consiste nel programmare un’ispezione ogni due o tre mesi. Aprire il contenitore principale, verificare lo stato del materiale e procedere a un breve rimpasto permette di evidenziare eventuali variazioni di consistenza e di mantenerlo omogeneo. Durante questa operazione, chi conserva più lotti diversifica i propri materiali etichettando la data di acquisto o di apertura sulla confezione esterna, così da utilizzare per primi i lotti più vecchi e prevenire inutili sprechi.

Consigli per il trasporto e l’acquisto in stock

Nel caso in cui si debbano portare con sé quantità di pasta ad asciugatura all’aria fuori casa, ad esempio per un laboratorio o un corso, è consigliabile mantenere i contenitori all’interno di una borsa termica o di un trolley con scomparti imbottiti. In questo modo si limita l’esposizione alle variazioni di temperatura e si evita la rottura accidentale dei barattoli. All’atto dell’acquisto in stock, infine, verificare sempre la data di confezionamento e preferire formati più piccoli se si prevede un uso poco frequente, in modo da ridurre il tempo di conservazione e lavorare sempre con paste perfettamente fresche.

Conclusioni

La conservazione delle paste polimeriche senza cottura richiede un approccio attento ai dettagli: dalla scelta del contenitore, alla gestione di temperatura e umidità, fino alle tecniche di ripristino della morbidezza. Seguendo le indicazioni fornite, ogni artigiano potrà mantenere intatte le qualità della propria pasta ad asciugatura all’aria, evitando screpolature e deformazioni e assicurandosi che, ogni volta che riaprirà il barattolo, il materiale risponda con prontezza alle dita e agli strumenti, pronto per essere trasformato in nuovi oggetti creativi.


read more

Un terminale classico del Surfcasting è lo Short Rovesciato, molto simile al Long Arm, con la differenza nella distanza tra piombo e girella (o se preferite stopper). Questo terminale è molto utile ed indicato sopratutto per la cattura dei Saraghi in condizione di mare abbastanza formato e di fondale sabbioso, mentre se volete insidiare questa preda in fondali misti o rocciosi, potete dare uno sguardo alla paratura con piombo a perdere.

Vediamo il materiale necessario per realizzare questo tipo di calamento
un piombo, preferibilmente un cono, di circa 150 grammi, poi vedete un po’ voi se ridurre o aumentare a seconda delle condizioni meteo.
un amo, con dimensione a vostra discrezione (dipende dall’esca che volete utilizzare)
una girella a T snodabile o se preferite potete utilizzare anche il sistema stopper-girella-stopper.
un filaccione da circa 1,3/1,7 metri
un filaccione da 0,9/1,5 metri
A questo punto abbiamo tutto il necessario per realizzare uno Short Rovesciato, basta semplicemente seguire l’immagine di seguito.


read more

Quante volte ti è capitato di giocare a Scala 40 e finire troppo presto la partita prima di entrare nel centro del gioco? Oppure hai battuto il tuo avversario troppo facilmente? Apportando qualche semplice modifica al regolamento ti spiego come potrai portare avanti partite più avvincenti, lunghe e più divertenti!

Per giocare a Scala 51 bisogna innanzitutto saper già giocare a Scala 40! Lo scopo è il medesimo: rimanere senza carte in mano. Anche se puoi giocare con minimo un altro giocatore, ti consiglio di non superare i 5 partecipanti, sennò le carte non ti basteranno. Le carte, le combinazioni e i tris possiedono lo stesso valore che hanno nel gioco di Scala 40.

Il mazziere distribuirà ai giocatori le carte, una alla volta, partendo dalla sua sinistra, per un totale di QUINDICI a testa (non tredici come a Scala 40). Avendo ogni giocatore più carte a disposizione, sarà facilitato nella creazione di tris/combinazioni, ma gli sarà più difficile rimanere senza carte in mano. A turno ogni giocatore pesca una carta dal mazzo con la quale dovrà cercare di fare tris o combinazioni e dovrà scartare una carta che a lui non serve. Finito il giro di partecipanti si rincomincia.

Non appena un giocatore riesce a totalizzare tris e combinazioni per 51 O PIU’ PUNTI, li può calare sul tavolo e ha diritto agli stessi privilegi che ha nella Scala 40: pescare dal mazzetto degli scarti, attaccare le carte ai tris/combinazioni degli altri… In questo modo ci si libera dalle carte e vince chi rimane senza. Quando un giocatore “chiude” si procede con la conta dei punti degli altri partecipanti, per la quale si seguono le stesse regole di scala 40.

Se durante la partita finisci le carte nel mazzo da cui si pesca, rigira il mazzetto degli scarti, per riprendere a pescare a turno.Se inoltre vedi che un tuo avversario sta per vincere (ad esempio perché ha poche carte in mano), cerca di sbarazzarti il prima possibile di più punti che riesci: in caso di perdita nella conta finale risulterai con meno punti in mano, il jolly vale 25 punti, quindi cerca di attaccarlo a qualche tris/combinazione di carte che è sul tavolo di gioco.


read more

Ora che arrivano le feste, insieme alle tombolate ci si riunisce per giocare a carte. Se quando tutti si siedono attorno al tavolo tu ti metti in un angolo perchè non sai giocare, impara il gioco della Scala40 così potrai proporre il tuo gioco e divertirti insieme agli altri

A scala40 si può giocare da un minimo di due giocatori a quanti se ne vuole, carte permettendo.
La mano di gioco inizia da chi pesca la carta più altra dal mazzo; l’asso vale più di qualsiasi altra carta.
Si gioca in senso antiorario perciò il giocatore alla sinistra del mazziere divide il mazzo.
Il Mazziere da le carte, tredici a testa e poi mette il mazzo al centro del tavolo da gioco.
Il primo a giocare è il giocatore a destra del mazziere che pesca una carta dal mazzo e scarta quella che non gli serve.

Lo scopo del gioco è togliersi tutte le carte da mano o posando a terra o appoggiando sulle carte scese dagli avversari.
Per poter appoggiare a terra bisogna formare delle combinazioni di carte.
Una di queste è la scala che consiste in una serie di minimo 3 carte con i numeri progressivi che abbiano lo stesso seme (es. 123 di fiori). L’altra combinazione è il tris, ossia tre carte con lo stesso numero ma di semi diversi (es. 4 di fiori, 4 di picche, 4 di cuori).

Per aprire il giocatore deve avere 40 punti in mano ossia la somma delle carte che formano le sue combinazioni deve raggiungere 40.
Le carte dal 2 al 10 valgono quanto è il numero (es. il 5 vale 5).
Le figure (j-q-k) valgono 10.
L’Asso vale 1 se vicino al 2 e 11 se messo dopo il K o se forma un tris.

Per appoggiare alle carte degli avversari bisogna aprire posando i 40 punti a terra e una volta aperto al turno successivo si può pescare anche dal mazzo degli scarti.
Quando un giocatore ha poggiato a terra le sue carte e scartato l’ultima il gioco è finito.
Gli altri giocatori allora contano le carte che hanno in mano seguendo lo stesso criterio usato per contare i punti per aprire.
I jolly in mano valgono 25.
Se il giocatore ha ancora tutte e tredici le carte in mano il suo punteggio sarà di 100 punti.
Vince chi ha meno punti.


read more

Budoni è un comune della provincia di Olbia-Tempio, situato nella zona nord-est della Sardegna. Ricco di splendide e famose spiagge circondate da acque cristalline e trasparenti, Budoni è una meta ideale per una vacanza marina estiva. Ecco quindi una guida che ti aiuterà a trovare le più belle spiagge del posto.

Cala di Budoni è certamente una delle spiagge più belle e famose del posto. Questa spiaggia di sabbia bianca impalpabile è circondata da un mare cristallino e dalle mille tonalità di turchese, immersa nella macchia mediterranea questa bella spiaggia è facilmente raggiungibile prendendo la statale 125, svoltando direttamente all’abitato di Budoni.

Li Cucutti è un’altra imperdibile spiaggia di Budoni, molto attrezzata e circondata da una fresca pineta, questa bella spiaggia di sabbia bianca finissima è ideale per le famiglie con bambini in cerca di comodità e anche per i giovani in cerca di intrattenimento e divertimento. Per raggiungerla percorri la provinciale di San Teodoro, quindi svolta ad Agrustos, dove troverai una strada che conduce al parcheggio della spiaggia.

Una spiaggia ideale per le famiglie con bambini piccoli, grazie ai suoi fondali estremamente bassi e alle acque quasi mai mosse è Matta Per. Si tratta di un luogo ideale anche per chi vuole praticare uno sport come il sup, che può essere provato con una semplice tavola sup gonfiabile come quelle indicate su Tuttosup.com, o per nuotare in tranquillità. Questa spiaggia caratterizzata da acque limpide e trasparenti e immersa nella vegetazione è raggiungibile prendendo al statale 125 per Siniscola, al km 274, svolta verso il mare e prosegui fino al parcheggio della spiaggia.


read more