Il gatto Bombay è una razza ibrida tra il Burmese bruno ed l’Americano a pelo corto.
Un caratteristico pelo nero e occhi d’oro, originario dell’america.
Un gatto molto affettuoso, smette raramente di fare le fusa, ha bisogno della manifestazione di molto affetto, di non essere lasciato solo se non per brevi periodi di tempo, ama la tranquillità e detesta i rumori troppo forti.
Il suo Pelo è di tipo corto,di tessitura fine che ricorda il raso, molto aderente alla pelle e di colore nero, bruno
Estremamente agili, i Bombay non hanno paura dei luoghi alti, amano giocare con la gente e fanno le fusa se presi in braccio; come i cani, sono in grado di riportare gli oggetti e può essere loro insegnato a camminare al guinzaglio. Tollera la compagnia del cane, ma non è sempre molto paziente con i suoi simili, detesta però la solitudine. Queste pantere in miniatura possono perfino fare la guardia alla vostra casa
Il pelo del Bombay, nero fino alle radici, è aderente al corpo, lucido come cuoio e morbido come la seta; gli ampi occhi ben distanziati sono di un colore intenso fra l’oro e il rame.
Le sue dimensioni vanno dal piccolo al medio, ma nel complesso questo gatto muscoloso è più pesante di quanto sembri.
Un terminale classico del Surfcasting è lo Short Rovesciato, molto simile al Long Arm, con la differenza nella distanza tra piombo e girella (o se preferite stopper). Questo terminale è molto utile ed indicato sopratutto per la cattura dei Saraghi in condizione di mare abbastanza formato e di fondale sabbioso, mentre se volete insidiare questa preda in fondali misti o rocciosi, potete dare uno sguardo alla paratura con piombo a perdere.
Vediamo il materiale necessario per realizzare questo tipo di calamento
un piombo, preferibilmente un cono, di circa 150 grammi, poi vedete un po’ voi se ridurre o aumentare a seconda delle condizioni meteo.
un amo, con dimensione a vostra discrezione (dipende dall’esca che volete utilizzare)
una girella a T snodabile o se preferite potete utilizzare anche il sistema stopper-girella-stopper.
un filaccione da circa 1,3/1,7 metri
un filaccione da 0,9/1,5 metri
A questo punto abbiamo tutto il necessario per realizzare uno Short Rovesciato, basta semplicemente seguire l’immagine di seguito.
Al vino di base viene aggiunto lo zucchero di canna -parte de liquer de tirage-. In tale modo aumenta la pressione interna (poichè 4,2 grammi per litro sviluppando la pressione di una atmosfera e nella spumantizzazione si mettono 25 grammi per litro, nella bottiglia si sviluppano circa 6 atmosfere di pressione).
Successivamente si aggiungono lieviti selezionati, tenuti segreti dalle varie cantine di produzione, ed il vino cosi trattato viene imbottigliato con tappo a corona e coricato in cataste. In due mesi i lieviti (saccaromiceti), aggrediscono lo zucchero resistendo al grado alcolico ed alla pressione e si agglutinano permettendo la presa di spuma. La pressione viene controllata con la bottiglia in cima alla catasta nella quale è inserito un manometro.
Dopo circa due mesi i lieviti hanno consumato tutto lo zucchero e il grado alcolico del vino si è alzato insieme alla pressione interna.
Avvenuta la presa di spuma la bottiglia continua a stare accatastata per un periodo di tempo variabile dai 22 ai 48 mesi o più durante il quale lo spumante acquista i suoi caratteristici sentori: si dice che «sta sui lieviti», che vanno eliminati, essendo essi presenti come farina gialla in sospensione.
Trascorso il tempo di spumantizzazione la bottiglia viene scrollata, permettendo cosi ai lieviti di stare in sospensione, e messa in appositi portabottiglie detti pupitre, dove verrà segnata con della carta e successivamente girata di circa 1/8 di giro (remuage sur la pupitre). Il giro completo della bottiglia avviene in una settimana. Durante questo periodo la bottiglia viene anche alzata in piedi, facendo depositare i lieviti nei bicchierino presente sotto il tappo. Si procede infine alla sboccatura del vino: viene tolto il tappo con il bicchierino pieno di lieviti.
Negli anni passati tale operazione era fatta al volo da cantinari molto abili (degorgement a la voleè), al giorno d’oggi quest’ultima fase viene effettuata gelando la bottiglia con appositi macchinari (degorgement a la glace) che congelano la parte del tappo della bottiglia e dopo avere tolto la corona avviene l’espulsione automatica dei lieviti per pressione. Lo spumante ottenuto viene quindi rabboccato con un liquore detto di rabbocco (liqueur d’expedition), tenuto anch’esso segreto dalle cantine, dosando il quale si otterrà il gusto brut, extra sec, sec, demisec, doux.
Sarà poi tappato indicando sull’etichetta la data di sboccatura, anche se non obbligatorio per legge, e sarà lasciato riposare per almeno un paio di mesi. Dopo tale data è bene consumare il vino entro 10-12 mesi. Trascorso infatti questo periodo il vino appare stanco e il perlage diventa inesistente. Quando lo spumante non viene rabboccato si ha il pas dosè.
Se desiderate utilizzare solo rimedi naturali piuttosto che detersivi chimici per le pulizie domestiche ecco qualche utile consiglio su come rimuovere le macchie di ruggine su diversi tessuti e materiali. La saggezza popolare ed i vecchi rimedi sono sempre sfruttabili anche per eliminare la ruggine.
Una vecchia grata di ferro arrugginita può essere ripristinata.
Avete presente quelle vecchie grate di ferro dall’aspetto oramai trasandato e quasi lugubre? Sembra che la ruggine non possa più essere eliminata e invece con un po’ di pazienza, un vecchio cancello o un’inferriata, torneranno a risplendere e a mettere in mostra i loro pregevoli decori.
Per iniziare, munitevi di guanti da lavoro e con carta vetrata fine grattate il ferro oramai ossidato dalle intemperie. Aiutatevi con del bicarbonato di sodio miscelato con acqua ( 70% di polvere e 30% di acqua).
Lasciate agire il prodotto per qualche ora poi pulite con un panno morbido ed infine lucidate con una vernice trasparente che rispetti l’ambiente.
Non scoraggiatevi se sugli indumenti si formano macchie di ruggine.
Purtroppo capita che alcuni abiti che hanno inserti in ferro come per esempio i comodi Jeans, procurino macchie di ruggine sulla stoffa che non vanno via neanche con le alte temperature. Prendete l’indumento e spruzzate sopra la macchia del succo di limone. Lasciate agire per qualche ora e poi passate sopra del sale grosso. Per un processo di ‘osmosi’, il sale assorbirà le particelle di ferro. Procedete infine con un normale lavaggio.
Aceto caldo per eliminare la ruggine dalle cornici di metallo.
Se una cornice in metallo presenta antiestetiche macchie di ruggine, fate bollire un litro di aceto ed aggiungete mezzo litro d’acqua. Immergete l’oggetto e lasciatelo per una notte. Il giorno dopo asciugatelo benissimo e poi strofinate sopra una cipolla tagliata a metà per non far ricomparire il problema. La medesima operazione è perfetta anche per altri piccoli oggetti di metallo.
Le piastrelle del bagno si sono macchiate? Borace e pietra pomice accorrono in vostro aiuto.
Se le piastrelle del bagno presentano qualche macchia di ruggine, mescolate della borace con del succo di limone e passatela sulle parti da trattare. Lasciate agire per qualche ora e poi strofinate delicatamente con una pietra pomice.
Se le vostre pentole di acciaio hanno formato della ruggine ricorrete alla cola.
Sembra strano ma la cola riesce a rimuovere le macchie di ruggine che si sono formate sulle pentole d’acciaio anche se sono di grandi dimensioni. Cospargete il liquido sulla macchia e lasciate agire per qualche minuto poi strofinate energicamente con un panno non abrasivo. Se le macchie sono piccole, imbevete direttamente il panno con la bevanda e poi strofinate sulla macchia di ruggine.
Ci sono diversi fattori che determinano la riuscita dell’acquisto di un buon scaldavivande elettrico per alimenti e ciò varia anche in base alle proprie esigenze personali ed economiche.
Attivo o passivo
I scaldavivande (o lunchbox) si distinguono principalmente in due categorie: attivi e passivi. Per scaldavivande attivo si intende uno scaldavivande che lavora attivamente tramite una fonte energetica per mantenere il pranzo fresco o caldo. Ciò significa che il pranzo può essere ad esempio scaldato tramite corrente elettrica.
Al contrario, uno scaldavivande passivo utilizzerà i suoi materiali per mantenere la temperatura della pietanza al suo interno. Per esempio, la borsa frigo classica da mare può essere considerata uno scaldavivande di tipologia passiva perchè sfrutta i materiali di cui è costituita (ed eventualmente del ghiaccio sintetico) per mantenere fresco il nostro pranzo.
Elettrico o USB?
Con l’avvento degli smartphone le prese USB si sono moltiplicate e ultimamente troviamo caricatori portatili a pochissimi euro. Ti potrebbe sembrare quindi scontato acquistare uno scaldavivande con presa usb vero?
In realtà, essendo la porta usb disegnata per tutt’altri utilizzi, non possiamo di certo aspettarci grandissime prestazioni da uno scaldavivande usb.
D’altra parte invece, uno scaldavivande elettrico per alimenti può sembrare molto scomodo (si deve poter accedere ad una presa elettrica da parete). Ovviamente anche in questo caso, la scomodità viene “annullata” da una maggiore efficienza dello scaldavivande stesso.
Consumo energetico
Che sia elettrico o usb, il vostro scaldavivande di tipologia attiva consumerà della corrente elettrica. Non c’è una regola ben precisa per andare a valutare quest’aspetto considerando che lo scaldavivande, di per se, è un piccolo elettrodomestico portatile di basso consumo.
Per questo motivo, secondo noi di scaldavivande.org, il fattore consumo energetico non deve essere preso in considerazione. In alternativa questo fattore può essere valutato, ma solamente come ultima spiaggia quando si è proprio alle strette e non si riesce a decidere tra due modelli molto simili.
Capacità
La capacità, intesa come quantità di cibo, di uno scaldavivande è molto importante. È misurata in litri ed è un fattore prettamente personale: se mangi come un canarino forse è il caso di prendere uno scaldavivande piccolo, se invece ti piace mangiare (come me) allora è meglio orientarsi verso uno scaldavivande più grande.
Il cavo d’alimentazione
Se compri uno scaldavivande elettrico controlla la lunghezza del cavo d’alimentazione e il voltaggio della presa elettrica, nonchè la sua distanza dalla superficie dove metterai lo scaldavivande.
Alcuni modelli di scaldavivande elettrico per alimenti sono anche dotati di riavvolgi cavo, in modo da non occupare troppo spazio una volta finito il suo lavoro.
Pulizia
Uno scaldavivande è composto dal contenitore principale e da due o più vaschette. Quest’ultime possono essere amovibili o meno. Non serve dire che la migliore scelta è uno scaldavivande con vaschette rimovibili, poichè la pulizia in questo caso sarebbe molto semplice da effettuare.
Molte volte in un apparecchio sono presenti due vaschette, di cui una non amovibile. In questo caso dovrai pulire la vaschetta con una spugna, senza però immergere il tutto in acqua.
Acqua o non acqua?
Molte tipologie di scaldavivande elettrico per alimenti utilizzano l’acqua come elemento termoconduttore per riscaldare le pietanze che ci siamo portati da casa. Come funziona? Semplice. Inserisci l’acqua in un apposito scomparto dello scaldavivande, lo accendi, l’acqua si scalda e con lei il calore viene “passato” alle tue pietanze.
Alcuni modelli più recenti non necessitano di acqua e utilizzano gel o altri materiali molto più efficienti in termini di termoconducibilità.
Velocità e Temperature
Generalmente non sono disponibili grandi impostazioni negli scaldavivande elettrici moderni. La loro forza è proprio la semplicità d’utilizzo: ci metti il cibo, lo porti via con te, lo accendi e attendi che il pranzo si sia scaldato a dovere. Solitamente ci vogliono dai 30 ai 45 minuti per riscaldare le pietanze in modo accettabile.
Per questo motivo non ti spaventare se non vedi regolatori di temperatura, timers o altro. Non ne avrai bisogno!
Conclusioni
Avere uno scaldavivande per alimenti vale a dire risparmiare denaro per il pranzo a lavoro ed è una base di partenza per mangiare più sano e in modo responsabile, utile soprattutto per chi decide di seguire qualche dieta ferrea che risulterebbe difficile, se si deve andare a mangiare in ristorante o in una mensa.