Il Fagiano di Monte fa parte dell’ordine dei Galliformi e della famiglia dei Tetraonidi.
Ha dimensioni medio-grandi, forme eleganti e snelle, becco breve un po’ adunco, tarsi corti e piumati fino alle dita, coda a forma di lira nel maschio, leggermente forcuta nella femmina. Il piumaggio del maschio è nero-bluastro lucido, con barra alare e sottocoda bianchi; l’abito eclissale in autunno è di colore brunastro chiazzato.
La femmina ha una livrea di tonalità brunastra con fitte barrature e macchie nere, barra alare e sottocoda bianchi. Entrambi i sessi hanno il sopracciglio rosso, che diviene più evidente nel maschio durante l’epoca degli amori; becco e zampe sono di un colore nero-brunastro. In volo il maschio è inconfondibile per la colorazione scura, il sott’ala e il sottocoda bianchi, la coda leggermente forcuta.
Lunghezza 58-65 cm, peso 750-1560 g.
Specie stanziale distribuita in Europa centrale e settentrionale, Alpi, Asia centrale. In Italia è presente nelle Alpi centro orientali ed orientali, mentre è più raro in quelle centro-occidentali. Frequenta le foreste di conifere con radure ricche di rododendri e mirtilli, zone con bassa vegetazione alternata a dirupi e rocce.
Possiede un volo veloce, sostenuto anche per lunghe distanze e accompagnato da frequenti planate. Sul terreno si muove lentamente ed ama posarsi sugli alberi. In genere poco dopo l’alba e poco prima del tramonto si reca nei luoghi di pastura, mentre il resto della giornata la trascorre celato tra la vegetazione.
Si ciba di sostanze vegetali (germogli, foglie, bacche, frutti selvatici) e, in primavera, anche di insetti e loro larve. E’ poligamo. Verso la fine di aprile i maschi si riuniscono in gruppi in particolari radure, le
Dopo gli accoppiamenti le femmine preparano il nido scavando una buca nel terreno al riparo della vegetazione o di rocce e covano le 6-10 uova deposte per 24-26 giorni. I pulcini, sebbene in grado di abbandonare il nido poco dopo la nascita, iniziano a compiere sicuri voli piuttosto tardi ed il gruppo familiare rimane unito fino all’autunno. Depone una volta l’anno.
Il Gallo Cedrone è il Tetraonide di maggiori dimensioni: i maschi pesano fino a 4-5kg mentre le femmine solo la metà.
I due sessi sono diversi anche per la colorazione: il maschio è nerastro con collo blu-verde lucente, ciuffo di piume pendente dal manto a forma di barba, ali brune e coda nera con macchie bianche, una macchia bianca anche sull’ala, caruncole rosse.
La femmina è bruno-mimetica con abbondanti segni bianchi e neri, petto caratteristicamente bruno-ruggine. Il Gallo Cedrone è presente in Scandinavia ed in Scozia, nelle Alpi, nei Pirenei e nei Carpazi. Perlopiù è scomparso nelle montagne interne della Germania, Francia e dell’Europa orientale, quale conseguenza della silvicoltura moderna.
L’habitat del Gallo Cedrone è costituito dalle grandi foreste di conifere con vecchi alberi, radure e molti arbusti bacciferi, soprattutto mirtillo nero e rosso. Questi boschi non sono molto produttivi da un punto di vista silvicolturale.
La specie evita le formazioni forestali chiuse, fitte ed uniformi perché questi uccelli, pesanti ed impacciati, non vi possono volare in linea retta. Le maggiori densità di popolamento si riscontrano nelle foreste tipo “taiga”, della Scandinavia. Le parate nuziali del Gallo Cedrone iniziano già nel tardo inverno e raggiungono l’apice in maggio. Il maschio comincia i suoi richiami ancor prima dell’alba, dall’albero dove ha trascorso la notte e scende quindi nell’arena non appena fa chiaro.
Il suo canto consiste di quattro strofe: il gocciolio, il trillo, lo schiocco e l’arrotondamento. Nell’emettere l’ultima strofa, diviene sordo perché il canale auricolare si chiude. Ogni gallo difende la sua area e si accoppia con il maggior numero di galline possibile. La gallina depone a maggio 5-12 uova e cova per 26-28 giorni. I pulcini lasciano il nido immediatamente e dopo 10 giorni possono volare per brevi tratti. All’età di 6-7 settimane si possono distinguere i due sessi. A settembre si scioglie la nidiata. Nelle prime tre settimane di vita i pulcini si nutrono di insetti, soprattutto formiche, loro larve e pupe. In seguito passano ad un’alimentazione vegetale.
In autunno si nutrono preferibilmente di bacche. Finché c’è neve la base alimentare principale sono gli ahi di pino, meno volentieri quelli di abete rosso. In primavera si alimentano di gemme di latifoglie ed in estate anche di erba e foglie.
La Beccaccia fa parte dell’ordine dei Caradriformi e della famiglia degli Scolopacidi.
Ha dimensioni medie, forme abbastanza tozze, becco lungo e dritto, occhi grandi posti molto indietro sulla testa rotonda, ali relativamente brevi, coda breve e zampe piuttosto corte. Il piumaggio in entrambi i sessi è di colore bruno-rossastro con barrature trasversali nere sul vertice e sul collo, parti inferiori finemente barrate di bruno scuro, becco carnicino con apice bruno scuro, zampe carnicino. Grigiastre.
In volo è ben riconoscibile per la sagoma tozza, il becco lungo ed il profilo arrotondato dell’ala.
Lunghezza 33-35 cm, peso 250-410 g.
Specie distribuita come nidificante in Europa, Asia e isole dell’Atlantico. Le popolazioni europee migrano a sud fino al Nord Africa. In Italia è di passo da metà ottobre a novembre e da febbraio ad aprile; è svernante nelle regioni meridionali. E’ segnalata la sua nidificazione in tutta la zona alpina e prealpina, nei boschi planiziali residui della Pianura Padana, nell’Appennino ligure, toscano ed emiliano. Frequenta boschi misti ricchi di sottobosco e radure sia di pianura che di montagna. Di carattere poco socievole, conduce vita solitaria, assumendo un comportamento indipendente anche se nelle vicinanze sono presenti altri esemplari. Possiede un volo assai vario, a volte lento e a volte veloce, in genere non molto alto; quando si alza in volo può essere silenziosa oppure far udire il caratteristico rumore delle ali simile al fruscio della carta. Terraiola, può muoversi pure ad andatura veloce e di rado si posa sugli alberi.
E’ dotata di udito e vista acuti. Ha abitudini crepuscolari e notturne e trascorre le ore diurne nei luoghi di rimessa in un sonno leggerissimo interrotto di frequente. Si ciba di vermi, insetti e loro larve, molluschi, crostacei, ragni, semi, germogli.
La stagione della riproduzione inizia col cerimoniale di corteggiamento da parte del maschio, che effettua prima un volo sulla zona ove si trova la femmina, poi una vera e propria danza attorno alla compagna. Avvenuto l’accoppiamento, la femmina prepara il nido in una cavità del terreno ai piedi di un albero o al riparo del sottobosco e vi depone in genere 4 uova, che cova per 20-21 giorni.
Alla cura della prole, che richiede circa un mese, partecipa anche il maschio. Caratteristico è il modo di trasportare i piccoli tra le zampe a ridosso del petto o sul dorso, quando un sentore di pericolo consiglia la madre di allontanarsi dal luogo in cui si trova oppure per portarli in ambienti adatti alla ricerca del cibo. Depone in genere una volta l’anno e talvolta due.
Il gatto Bombay è una razza ibrida tra il Burmese bruno ed l’Americano a pelo corto.
Un caratteristico pelo nero e occhi d’oro, originario dell’america.
Un gatto molto affettuoso, smette raramente di fare le fusa, ha bisogno della manifestazione di molto affetto, di non essere lasciato solo se non per brevi periodi di tempo, ama la tranquillità e detesta i rumori troppo forti.
Il suo Pelo è di tipo corto,di tessitura fine che ricorda il raso, molto aderente alla pelle e di colore nero, bruno
Estremamente agili, i Bombay non hanno paura dei luoghi alti, amano giocare con la gente e fanno le fusa se presi in braccio; come i cani, sono in grado di riportare gli oggetti e può essere loro insegnato a camminare al guinzaglio. Tollera la compagnia del cane, ma non è sempre molto paziente con i suoi simili, detesta però la solitudine. Queste pantere in miniatura possono perfino fare la guardia alla vostra casa
Il pelo del Bombay, nero fino alle radici, è aderente al corpo, lucido come cuoio e morbido come la seta; gli ampi occhi ben distanziati sono di un colore intenso fra l’oro e il rame.
Le sue dimensioni vanno dal piccolo al medio, ma nel complesso questo gatto muscoloso è più pesante di quanto sembri.
Un terminale classico del Surfcasting è lo Short Rovesciato, molto simile al Long Arm, con la differenza nella distanza tra piombo e girella (o se preferite stopper). Questo terminale è molto utile ed indicato sopratutto per la cattura dei Saraghi in condizione di mare abbastanza formato e di fondale sabbioso, mentre se volete insidiare questa preda in fondali misti o rocciosi, potete dare uno sguardo alla paratura con piombo a perdere.
Vediamo il materiale necessario per realizzare questo tipo di calamento
un piombo, preferibilmente un cono, di circa 150 grammi, poi vedete un po’ voi se ridurre o aumentare a seconda delle condizioni meteo.
un amo, con dimensione a vostra discrezione (dipende dall’esca che volete utilizzare)
una girella a T snodabile o se preferite potete utilizzare anche il sistema stopper-girella-stopper.
un filaccione da circa 1,3/1,7 metri
un filaccione da 0,9/1,5 metri
A questo punto abbiamo tutto il necessario per realizzare uno Short Rovesciato, basta semplicemente seguire l’immagine di seguito.